I Mercanti

Il commercio Lucchese.


"Lavorazione della Seta " Pittore Barsotti.
- Archivio di Stato Lucca -


I Lucchesi non aspettavano passivamente merci e clienti, ma viaggiavano mezzo mondo per piazzare i loro tessuti sui mercati stranieri con maggior profitto e reputazione e per comprare a miglior mercato lana e seta della migliore qualità. Andavano con le loro mercanzie alle fiere più grosse e rinomate che si conoscessero allora in Europa; noi non sappiamo quasi più nulla di quella solenne e numerosa affluenza di venditori e di compratori di merci che si diceva in volgare "la fiera", poiché le aperte e facilitate comunicazioni di mare e di terra ed il libero scambio le resero pressoché inutili. Queste fiere si tenevano tutte nel regno di Francia.

Si pagava coi "provinisini" o "provinigini forti" di Francia, che era un'antica moneta dei conti della Champagne, ciascun soldo dei quali valeva trentaquattro danari di Lucca.

Ma quel continuo andare e venire ai mercati d'oltre mare e d'oltre monte per la vendita dei manufatti e l'acquisto di materie gregge, diventò pesante a lungo andare per i rischi e i pericoli dei lunghi viaggi tanto da spingere i mercanti a fate testamento ogni volta che si mettevano in viaggio. Si stabilirono quindi in buon numero nelle principali piazze d'Europa: a Genova, nelle due Sicilie, in Francia, in Belgio ed in Inghilterra. I tessuti lucchesi raggiunsero il Brabante, le Fiandre, la Borgogna fino alla Scandinavia ed i Paesi Baltici. In cambio delle lane di Stanford raggiunsero anche la Scozia. Ne fanno testimonianza ì tessuti rimasti a S. Maria di Danzica, a Lubecca, a Dússeldorf, ad Amburgo, in Svezia e in genere nei musei di quasi tutti i paesi bagnati dal mare del nord.
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