I Mercanti

I Lucchesi a Bruges

Formavano dunque i Lucchesi a Bruges una comunità col privilegio del foro, avevano statuti loro propri con cui si governavano. Ogni anno la prima domenica di settembre i lucchesi giunti di fresco, si radunavano per giurare obbedienza al console e osservanza dei capitoli dello statuto. Non era la sola sanzione perché oltre a ciò dovevano tutti dare per scritto la nota dei fattori e dei compagni, se un membro della comunità di Bruges avesse trasgredito alle leggi imposte, non avrebbe potuto rimpatriare né andarsene a Parigi, o a Londra o in altra comunità di mercanti lucchesi per scamparne la pena e restare impunito; le due comunità di Londra e Parigi erano collegate con quella di Bruges in modo che un trasgressore agli ordini di una, non trovava accoglienza ne avrebbe potuto trattare d'affari con le altre, fino a che, con la sottomissione, non avesse implorato clemenza e perdono. E questa scomunica mercantile era così severa, che a chi ne era stato colpito, non restava che dare addio alla mercatura.

A Bruges dunque nel primo quarto del XV secolo i lucchesi numerosissimi, avevano costituito colonie e nazioni floridissime sviluppando potenti società commerciali che importavano dalla madre patria lana, seta tessuta, drappi lussuosi ed i celebri broccati di Lucca, e facevano incetta e traffico di gioielli e pietre preziose che acquistavano con spirito speculativo ed anche con senso di mecenatismo e di amore dell'arte, di codici e quadri fiamminghi con cui abbellivano ville e palazzi.

Erano fornitori delle Corone di Francia e di Borgogna, avevano contratto parentati illustri. Non è facile arrivare a certe posizioni ragguardevoli in nazioni straniere, eppure incontriamo questi uomini avveduti e scaltri non solo come finanzieri ambasciatori, confidenti di re e di principi, ma anche come governatori e rappresentanti delle nazioni che li ospitano, sempre onorati e ricercati alle corti più famose.
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