I Mercanti

La dominazione pisana

Per Lucca si apre uno dei periodi più tristi della sua storia dopo essere stata oggetto di compravendita da parte di vari Signori, cadde sotto la pesante dominazione pisana (1342-1369), i bandi e le emigrazioni si susseguirono provocando una continua emorragia eppure fra tutti questi rivolgimenti la coscienza che la base dell'economia della città consistesse nella produzione e nel commercio della seta non venne mai meno. Sforzi in questo senso furono fatti sia tentando già nel 1342 di richiamare in patria gli esuli, sia ribadendo norme precise sulla fabbricazione dei drappi di seta, in modo che la tradizionale eccellenza non fosse tradita.

Eppure gli artisti lucchesi, nonostante la concorrenza fattasi più pressante ed agguerrita delle seterie di altre città Italiane (non era raro il caso si trattasse di loro concittadini emigrati), nonostante le difficoltà dell'agitata vita politica, riuscirono, in forza della propria capacità inventiva, ad essere ancora per tutto il Trecento gli arbitri incontrastati ed imitati dell'arte della seta.

Attestazione diretta di questo durevole primato sono la serie nutrita di stoffe lucchesi presenti in due importanti inventari: quello del Tesoro Papale di Avignone e quello della Cattedrale di Pisa. Una profonda trasformazione sì è operata nella seteria lucchese; sono scomparse le stoffe con il disegno "ad compasoos" o "cum rotis", predomina una decorazione a grandi uccelli e foglie "ramage". Quanto ai tipi di tessuti ricordati, mentre il diaspro, tessuto lucchese per eccellenza, è sempre presente, sono nominati tipi nuovi quali il marmato, forse un moire, e velluti operati a tre colori. In complesso i parati sembrano essere diventati ancor più sontuosi: ricorre infatti la definizione di "panni aurei". Molto contribuiscono a darci quest'impressione di splendore e ricchezza inventiva i colori usati con maggior larghezza. Non ci sono più stoffe con disegni e fondo tinta su tinta, ma il verde il bianco, il giallo, il celeste ed il rosso che predomina ancora su tutti variamente accostati, esaltandosi a vicenda.

Sullo scorcio degli ultimi decenni del Trecento si assiste infatti ad un tentativo di ripresa economica di Lucca. La città riacquista la libertà nel 1370, si da un nuovo Statuto nel 1372, sembra concentrare i suoi sforzi nella riorganizzazione della produzione della seta con la promulgazione dello Statuto della Corte dei Mercanti del 1376. La Corte che comprende oltre i setaioli tutti i mercanti e artigiani collegati all'industria della seta ha una struttura organizzativa ricalcata sul modello dello Statuto del Comune del 1372.
Dallo Statuto è riconosciuta alla Corte competenza su questioni che sì riferiscono sia alla produzione della seta sia ad atti commerciali.
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