I Mercanti

La Scuola Normale per la Seta

Un ultimo lampo di speranza si ebbe per Lucca quando Elisa Baciocchi Bonaparte nel 1805 assunse la reggenza del Principato di Lucca e Piombino. Convinta che il risorgere dell'arte tessile era legata ad un radicale cambiamento del metodi dì lavorazione resa più celere dalle nuove invenzioni meccaniche e che pertanto occorreva una nuova preparazione per la classe lavoratrice, con decreto del 16 agosto 1808 istituì una "Scuola Normale per la seta", dove si doveva insegnare a praticare tutte le arti relative alla seta cioè dalla filatura dei bozzoli, fin alla tessitura dei drappi tanto lisci che operati.
La Scuola Normale venne messa sotto la vigilanza del "Comitato d'incoraggiamento dell'agricoltura, arti e commercio" che tanto si adoperò per il risorgimento economico della Lucchesia sotto la spinta dell'attiva principessa; grande cura del Comitato fu di dotare la scuola di macchinario moderno acquistato con denaro dello Stato per sostenere e vincere la concorrenza; e l'accorta principessa fece venire anche provetti maestri dalla Francia ove l'arte meccanica sotto la spinta della fabbrica lionese aveva fatto rapidi progressi, perché guidassero le locali maestranze. La scuola visse stentatamente e fu soppressa con il decreto del 14 novembre 1818. Tuttavia qualche sensibile miglioramento si ebbe tanto che fu carezzata la speranza di raggiungere l'antico splendore dopo che il Duca di Borbone con decreto del 28 giugno 1825 sciolse l'industria serica da tutti i vincoli che fino allora l'avevano tenuta legata accordando ad essa libertà assoluta e proteggendola con tariffe doganali.

Nel 1843 nel ducato di Lucca si producevano ancora 50 mila libbre di seta e si aumentavano le piantagioni di gelso ed i telai erano 600 che tenevano impiegati 5000 operai di ambo i sessi. Ma a distanza di appena un anno l'accademico Tommaso Serafini si lagna che l'arte della seta almeno come perfezione sia scomparsa in Lucca e proponeva una società nazionale per l'incremento e la difesa dell'industria serica.
Catalogo della Seteria Sardini del 1779

Ma né allora né poi l'arte riebbe l'antica luce ed oggi ha cessato di essere la fonte più cospicua della ricchezza pubblica e privata di Lucca che, venuta meno l'Industria manifatturiera della seta, ha saputo trarre dai lavori e dai commerci agricoli altra fonte di non comune ricchezza per la conquista dell'indipendenza economica del paese ma non più associata a grandezza d'arte e a slancio di pensiero.

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