La Storia

I primi tessuti lucchesi: i diaspri

I primi tessuti lucchesi di cui si parla copiosamente nei poemi provenzali del XII e XIII secolo, negli inventari di chiese e cattedrali sono i "diaspri"; tessuti ritenuti assai pregiati contraddistinti da un disegno a uccelli e animali, spesso con alcune parti broccate in oro e argento.
E' la stessa tecnica usata per i "lampassi"; derivano dallo "sciamito" e permettono la realizzazione di stoffe con disegni particolarmente ricchi per l'impiego di svariate trame, ma soprattutto la creazione di stoffe monocrome in quanto il disegno si può differenziare dal fondo per effetto di due diversi tipi di armature.

Nei diaspri serrate teorie di pappagalli, aquile pavoni si alternano a teorie di gazzelle, grifoni. draghi affrontati davanti a palmette che, data la posizione geografica nel bacino mediterraneo può riportarci all'albero della vita che fu del resto un motivo ripreso dall'Antelami per la decorazione della porta del battistero di Parma, dove è rappresentata la leggenda di Barlaan leggenda di origine buddista giunta in Italia attraverso la cultura araba: un uomo inseguito da un mostro, simbolo della morte, si arrampica su un albero, simbolo della vita, illudendosi così di essere salvo in eterno. Ma due talpe, simbolo del giorno e della notte e quindi del passare del tempo, rodono il tronco e ne preparano la caduta. Il modulo dell'albero della vita trova corrispondenza nei tessuti dell'Egitto fatimita del XII e XIII secolo; di qui probabilmente s'irradiò nei paesi occidentali; in Sicilia prima di tutto e da questa a Lucca.

La soluzione disegnata del diaspro che tanto a lungo tenne il campo non andò del tutto dispersa, adattata a manufatti più correnti e popolari si continuò per secoli nella produzione delle famose tovaglie perugine. L'Umbria infatti (e molti documenti di archivio ci assicurano dell'inizio già nel XV secolo), si specializzò nella realizzazione delle opere in lino o in canapa con decorazioni a bande in blu/azzurro con temi di svariati animali e uccelli affrontati davanti a palmette e ad alberi della vita ispirate appunto ai diaspri lucchesi. Con motivi ripetuti di continuo e con eguale spontaneità si produssero a Pescocostanzo, negli
Abruzzi, i famosi tappeti.
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