Cesare Viviani nasce a Monte San Quirico (Lucca) il 4 febbraio 1937 e muore all'Ospedale di Fucecchio (Fi) il 2 febbraio 1993.

Fin da ragazzo si è cimentato in lavori di recitazione e si è esibito come presentatore e imitatore in diverse serate, fra le quali sono da citare quelle tenute al Gran Caffè Margherita di Viareggio con l'orchestra del Maestro Cesare Cesarini (1956).
A quindici anni compone la prima poesia in vernacolo lucchese; il testo rimarrà poi nel cassetto per più di vent'anni. Nel 1976 questa composizione viene presentata al Concorso regionale di Poesia Dialettale Gino Custer de Nobili a Coreglia Antelminelli e vince il primo premio con votazione plebiscitaria.
L'anno successivo (1977) pubblica una prima raccolta di poesie vernacole sotto il titolo di "Robba della mi' tera" (Maria Pacini Fazzi Editore) e vince il primo premio nella sezione dialettale al concorso di poesia "Virginio Bianchi" di Massarosa.
Nel 1978 è primo anche in una competizione nazionale a Napoli. Si tratta del Concorso di Poesia ANSEAN con oltre cinquecento partecipanti; vince con la lirica "Carma Ragassi".
Nel 1977 scrive, e pubblica nel 1980 "L'Inferno ovvero Robba dell'artro mondo: si tratta dei trentaquattro canti della Divina Commedia di Dante Alighieri" "tradotti" in vernacolo lucchese.
Nello stesso anno l'apposita Commissione della Presidenza del Consiglio dei Ministri delibera di assegnare a Cesare Viviani il Premio Cultura 1980 destinato agli operatori culturali.
Nel 1983 riceve il titolo di "accademico" presso l'Accademia Toscana "Il Machiavello".
Nello stesso anno supera la prova di esame sostenuta presso la sede di Firenze della SIAE ed ottiene la qualifica di "autore della parte letteraria" nella sezione Musica.
Nel 1984 una sua canzone "Mamma vorrei" musicata dal Maestro Luciano Damarati, riceve il premio per il miglior testo letterario alla Festa della Mamma a Ponte a Moriano.
Il 10 aprile 1984 nasce per volontà di Viviani, la Compagnia Teatrale Lucchese La Vernacola.


Nella foto: Novembre 1984 - Lucca, Palazzo Orsetti sala degli Specchi: presentazione de
"Ir troppo stroppia"
.
La prima formazione de "La Vernacola" - da sinistra a destra: Paolo Lazzari, Lido Fambrini, Laura Scipioni, Massimo Vinardi, Giorgio Giaquinto, Laura Santoni, Cesare Viviani, (assenti Vittorio Marraccini, Luca Ricci).

Dopo un primo periodo di studio e ricerca sul territorio e su testi letterari, Viviani propone alla compagnia un suo primo copione "Ir troppo stroppia: tre atti nella parlata della piana lucchese". E', per Lucca, una novità assoluta non esistendo fino ad allora in questa città una tradizione di teatro dialettale.
Intanto La Vernacola sta già lavorando sul secondo copione di Viviani : "Piassa Pulita". Il debutto avviene il 25 aprile 1987 ed anche qui le repliche superano la trentina.
Nel 1989 (18-19 Febbraio) Viviani presenta con analogo successo una terza commedia "Robba da matti ovvero c'è un cadavere in Chiasso Bariletti" dove in vernacolo lucchese si affronta il genere giallo-poliziesco-tragicomico: questo lavoro otterrà un importantissimo riconoscimento a Recco (Ge) in occasione degli "Incontri con il teatro dialettale italiano".
Il 3 e 4 marzo 1990 va inscena un altro lavoro di Viviani: "Costumi e costumanze di famiglie scostumate" ambientato nel lezioso settecento lucchese.
Nel frattempo il Viviani compone "Amore non mandarmi a quer paese" rapprensentato nel 1991.
Dal gennaio 1989 Viviani inizia a collaborare con il quotidiano La Nazione dove cura due rubriche settimanali: Lingua e tradizione e Cara Nassione.
Nel giugno del 1989 La Vernacola ha inciso presso la RAI di Firenze quattro scenette in vernacolo lucchese scritte dal Viviani e le stesso sono state trasmesse per radio nel febbraio-marzo 1990.
Nel luglio del 1989 Viviani per ricordare anche il ventennale della morte di Geppe scrive "Omaggio a Geppe": si tratta della rievocazione della vita di Gino Custer de Nobili, il più grande poeta del vernacolo lucchese. Questo lavoro con opportune sceneggiature viene presentato con grande successo alla rassegna Suonoimmagine organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Lucca nel Parco di Villa Bottini.
Il 6 agosto 1989. Viviani è vincitore del Concorso di Poesia Estemporanea Il Boccabugia a Vergemoli (nella foto in basso il riconoscimento).

Nell'aprile del 1990 Viviani scrive la Storia de "La Vernacola" con adattamenti e sceneggiature teatrali; questo originale lavoro viene presentato il 28 dello stesso mese in occasione dell'inaugurazione del teatro del Piaggione.
Sempre nel 1990 viene conclusa la stesura di due atti unici completamente frutto di fantasia in rima vernacola lucchese, ambientati al tempo degli antichi Romani a Lucca: "Anco a Lucca que' romani ammassavano i cristiani e Messalina la Romana stava in via della Dogana".
Il 18 gennaio 1991 inizia a scrivere una nuova commedia in vernacolo lucchese "A mme mi ci vole la vacca" riallacciandosi e continuando la storia dei personaggi della prima commedia "Ir troppo stroppia".
Il 5 gennaio 1992 nelle strade del centro storico di Lucca a favore della Misericordia di Lucca, il gruppo vocale il Baluardo diretto dal Maestro Elio Antichi ha eseguito "La Befana a Lucca drento" composta appositamenta dal Viviani e musicata dal Maestro Bizzarro.
Nel gennaio del 1994 viene pubblicata la raccolta di poesie "Paesi della mi'tera".

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Luglio 1999: "Cento... di vesti giorni!"
"La Vernacola" oggi.

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