I Mercanti

Le prime ville lucchesi

Come si è visto il '400 non fu propizio ai mercanti lucchesi di Francia data la situazione politica creata dalla lotta fra i duchi di Borgogna e gli Orleans. Rapondi, Sbarra e Cenami furono partigiani dei Borgogna, restando vittime dei colpi di mano dei partigiani degli Orleans che con truppe armate battevano la campagna sottraendo quanto potevano. L'entrata dei Borgogna in Parigi fu causa di rovina e massacri, ma la posizione di queste famiglie nonostante le perdite subite era ormai salda e sicura:
in Portale Lucchese con l'insegna scolpita dell'Arte della Seta e il torsello.Lucca, i loro bei palazzi erano ben forniti ed arredati, e nel contado i beni agricoli erano arricchiti dalle prime ville che venivano sostituendo i potenti castelli medioevali arroccati per la difesa della città.

Questi mercanti in continui viaggi fra Lucca e le terre d'oltre mare e d'oltralpe, erano il tramite di scambi dei prodotti e degli oggetti più svariati che ornavano le loro magioni.

Quando il parentado giungeva dalla Francia o dalla Fiandra, gli incontri dovevano essere allietati dai doni portati e dovevano comprendere oggetti d'arredamento, d'abbigliamento, prodotti vari e dei diversi paesi. Così le severe sale guarnite fino allora di drappi e di armi, venivano ornandosi e ingentilendo coi preziosi quadri fiamminghi. Anche i mobili austeri appena decorati di tarsie e borchiature di ferro battuto nelle chiusure ed al cardini venivano guarnendosi di intagli e ornandosi di soprammobili rari, argenti francesi, porcellane, vetrerie, pelli pregiate gettate sugli stalli, sulle cassapanche o "bancalia" che custodivano i sontuosi corredi, o gli abiti da cerimonia. Ma sopra ogni altra cosa dovevano giungere le belle tele fiamminghe, che formavano collezioni di grande valore, purtroppo ormai disperse, le quali abbellivano le pareti del palazzi lucchesi fino a qualche decina d'anni fa.

Ai nuovi arrivi a Lucca dei parenti o degli amici dal lontani paesi, fitti dovevano essere gli inviti che univano famiglia a famiglia poiché ognuno recava notizie e messaggi di tutta la colonia. Tavole apparecchiate con le fini e lucenti tovaglie di Fiandra, i vasellami di Francia, le posaterie ed i centri tavola splendenti di stemmi, allietati dai fiori che i fattori insieme alle provviste recavano dalle ville della collina. Poi mentre gli uomini in capannelli sparsi nelle ampie sale parlavano di affari di cambi, di valuta, di mercanzie, le dame negli eleganti abiti tagliati nei velluti morelli o nei broccati d'azzurro alessandrino, abbellite di quelle stesse stoffe che si vendevano alle corti straniere sedevano sui larghi seggioloni o sulle "pattone"; innanzi ai camini accesi, sorridendo agli ultimi pettegolezzi locali o d'oltralpe informandosi sulla moda in Francia. Il fatto è che furono necessarie leggi suntuarie in quel secolo pieno di fermenti e di problemi religiosi e sociali, per arginare il lusso smodato delle signore le quali evidentemente sostenute dai lucri del buoni commerci e dai drappi così a portata di mano, volentieri s'addobbavano e s'abbandonavano ad un'eleganza eccessiva per il gusto ed il sobrio costume lucchese.

L'ingenuità da parte dei Dirigenti di nominare coi consueti nomi, nelle leggi suntuarie, i pezzi del vestiario sui quali si richiamava l'attenzione, limitandone il numero e l'impiego, fece si che le donne poterono difendersi cambiando il nome dei diversi modelli inventando nuove forme di abbigliamento per non entrare nel modelli sanciti, tanto che poterono continuare nel lusso e nel
fasto di prima.
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