Intitolato a San Paolino, patrono di Lucca, ad egli si deve il merito di aver evangelizzato la città, subì il martirio sui monti pisani nel 69 d. C. e fu sepolto nel primo nucleo di quella che oggi è la chiesa a lui dedicata.
Questo baluardo fu l'ultimo ad
entrare in funzione ed il cartiglio posto sullo sperone ne indica la data: 1642.
Il baluardo è di forma regolare, con facce ed angolo uguali, e si nota solo un
ordine di fuochi, anche se è molto probabile che originariamente fossero due.
All'epoca di Maria Luisa di Borbone subì gravissime manomissioni sia all'interno che all'esterno. Nel 1843 fu collocato, al centro di questo baluardo la statua di Carlo III di Borbone, re di Spagna e nonno di Maria Luisa, precedentemente rimossa da piazza Napoleone, per far posto alla statua di Maria Luisa stessa. Nell'epoca fascista il "Carlaccio" (nomignolo affibbiato dai lucchesi alla statua) venne rimosso per far posto ad un monumento che, finito il Fascio, fu distrutto. Fu solo nel 1954, per onorare il centenario della nascita di Alfredo Catalani, vi fu collocato il monumento a lui dedicato.
L'accesso all'interno è dall'ingresso inferiore della casermetta e precorrendo un'ampia galleria si arriva ad un salone, la cui volta è sorretta da un'ampia colonna squadrata. Questo salone era all'interno del preesistente torrione del quale si vede ancora il posto delle cannoniere. Questo baluardo ha una sortita con ingresso indipendente, la cui galleria passa sotto la cortina e finisce dietro l'orecchione.
Nell'antica casermetta del baluardo dal 1967 ha sede il Centro Internazionale per lo Studio delle Cerchia Urbane (CISCU).