Attualmente l'industria cartaria/cartotecnica lucchese e' cosi' composta:
-imprese di grandi(per il nostro comprensorio) dimensioni appartenenti prevalentemente a grandi gruppi .locali nella produzione del tissue;
-multinazionali nel settore del cartone ondulato;
-imprese di piccole e medie dimensioni a conduzione prevalentemente familiare nel cartotecnico.
Le societa' integrate hanno normalmente un capitale sociale superiore a Lit. 1.000/milioni, quelle operanti solo nel settore cartotecnico hanno un capitale inferiore necessitando di minori dimensioni. Queste differenziazioni sono indispensabili laddove si consideri che le cartiere necessitano di grandi dimensioni per ottenere le necessarie economie di scala, mentre le cartotecniche devono avere la dimensione minima possibile per essere veramente competitive.
Nel settore cartario/cartotecnico operano attualmente circa 210 aziende così suddivise:
-circa il 30% e' costituito da cartiere operanti nei seguenti settori:
-carta per ondulatori;
-carta tissue;
-carta per usi industriali,per imballi, per usi alimentari;
-circa il 70% e' costituito da cartotecniche operanti nei seguenti settori:
-prodotti in tissue;
-cartone ondulato e scatole;
-altri usi.
Il numero degli addetti, secondo stime recenti, sarebbe di circa 5.300 unita' per la maggior parte occupati in aziende con meno di 50 addetti ciascuna; solo 30 aziende hanno organici superiori a 50 addetti (15 da 100 a 500 addetti).
Circa l'ubicazione degli stabilimenti la maggioranza e' situata nella Piana di Lucca(Capannori e Porcari), segue la Media valle del Serchio e quindi la Garfagnana
L'industria cartaria/cartotecnica rappresenta, insieme con l'industria metalmeccanica, quasi il 50% della forza lavoro impiegata ed all'incirca la meta' del fatturato industriale provinciale(nel 1995 Lit. 3.800/miliardi); esportava, sempre nel 1995, per circa Lit. 800/miliardi di lire rappresentando oltre il 20% delle esportazioni totali della provincia di Lucca. Rispetto alle altre industrie presenti sul terrirorio lucchese, il settore in esame si collocava al terzo posto tra i principali settori aventi propensione all'export preceduto dall'industria metalmeccanica e dall'industria tessile, vestiario ed abbigliamento.
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